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”Vade Francisco et repara domum meam”

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Eremo di Camaldoli

Tra le comunità nate dalla testimonianza di San Romualdo, quella di Camaldoli (Sacro Eremo e monastero) è la comunità che storicamente ha saputo meglio incarnare la sua ricca e complessa eredità spirituale. Fu fondata intorno al 1024, in accordo con il vescovo di Arezzo Tedaldo.
Per la forza di attrazione  dovuta alla sua fecondità vitale, il Sacro Eremo è divenuto presto punto di riferimento spirituale e istituzionale di altre comunità.Tra il 1200 e il 1300 il movimento monastico che fa capo a Camaldoli conosce una forte espansione territoriale e un deciso inserimento nelle città dei Comuni.
Si rafforza la componente cenobita della Congregazione camaldolese e assume maggiore rilievo una formazione culturale e teologica dei monaci, aperta alle nuove correnti di pensiero di cui erano portatori i frati mendicanti, francescani e domenicani.
Camaldoli entra nel tessuto della società urbana, vi porta la sua testimonianza di sapienza spirituale ereditata dalla Bibbia e dai Padri della Chiesa, recepisce le istanze di nuova attenzione all'uomo e al suo protagonismo nella storia che spiccano nell'umanesimo fiorentino. Nel 1400, alcuni monaci e monasteri camaldolesi furono protagonisti della riscoperta dei Padri della Chiesa congiunta a quella degli autori classici latini e greci, nonché del fervore letterario e artistico che ne risultò in centri di eccezionale importanza, videro spesso tra i loro protagonisti diretti o tra i loro ispiratori, monasteri e monaci camaldolesi.Santa Maria degli Angeli a Firenze e San Michele di Murano a Venezia furono a lungo un vero e proprio laboratorio di spiritualità, di arte, e di cultura.

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