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”Vade Francisco et repara domum meam”

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Corniolo e Campigna

Per Campigna e Corniolo è estremamente facile riscoprire la storia, quella di tutti i giorni, in cui gli usi ed i costumi si modificano a poco a poco, adattandosi alle esigenze del luogo.
Qui è infatti più agevole che altrove ritrovare i segni antichi della vita quotidiana, perchè superati solo di recente da soluzioni più moderne.
Per esempio i vecchi mulini ad acqua, fulcro della vita economica e sociale, o le mulattiere, lastricate per poter trasportare con minor fatica il legname tagliato, che spesso in passato giungeva, anonimo ma fondamentale elemento, a contribuire alla realizzazione dei grandi alberi maestri dei vascelli delle repubbliche marinare, o all'innalzamento di capolavori architettonici come il Duomo di Firenze. E poi, ancora, i resti di castelli, gli antichi ponti e le chiesette, spesso erette in luoghi impervi, quasi sempre essenziali nel loro decoro.
E infine alcune preziose gemme artistiche, a ricordo dei pellegrini che da queste terre passavano per raggiungere Roma, sulla via Romipeta, o come premio di valorose gesta della gente del posto, ma anche dei figli più importanti di queste terre, come Paquale II, che fu Papa dal 1099 al 1118.

Il valore naturalistico di queste terre è davvero enorme: basti pensare che il territorio di Campigna e Corniolo rappresenta il cuore selvaggio del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna; non è infatti un caso che proprio qui sia stata istituita, nel 1959, la prima Riserva Naturale Integrale italiana, quella di Sasso Fratino, la cui unicità naturalistica è da allora riconosciuta a livello europeo. Ma la conformazione del territorio, la sua asperità anche al di fuori degli immediati confini del Parco, ha permesso di mantenere, o di rapidamente riacquistare, un equilibrio ecologico davvero invidiabile, oggi finalmente tutto da godere.

Il Giardino di Valbonella

Sempre a poca distanza dall'abitato di Corniolo, a 700 metri di altezza e vicino all'area faunistica i Valdonasso, sorge da tempo il Giardino della Flora dell'Appennino Romagnolo: gli ambienti naturali presenti, alcuni preesistenti, altri ricostruiti da esperti sulla base di modelli naturali, fanno di Valbonella un vero museo naturale all'aperto. I sentieri all'interno percorrono la struttura didatticamente preparata del giardino, offrendo uno spaccato reale dell'ambiente floristico del Parco Nazionale e, per chi potrà usufruirne in momenti diversi dell'anno, anche la possibilità di seguirne l'evoluzione stagionale.
Anche in questo caso è prevista la partecipazione saltuaria e volontaria di appassionati che, con la loro presenza attiva, potranno essere di valido supporto alla vita de Giardino.

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